Cos’è un funerale ?
Portatevi con voi un registratore, diventerete esperti di luoghi comuni.
Cioè non significa che ho finito gli argomenti su cui raccontare, ma proprio stasera……. Insomma il corteo delle questuanti, delle piangenti ( per finta ) le addolorate da sguardo, le risolute zitelle, le magiche consolatrici ( una volta l’anno ) , le- repetita iuvant -di professione ( vuoi sapere come si traduce dal latino ? -quelle/i che dicono sempre le stesse frasi- ), le distratte e tante altre/i……. chi sommergono dopo il funerale ? In genere la moglie, diciamo quasi sempre la moglie, è un’abitudine consolidata, incancrenita, cementata … Succede in una famiglia , ad una delle due figlie gemelle omozigote, succede che viene a mancare il marito. Una malattia improvvisa.
Finita la cerimonia comincia la tortura della vedova, almeno 50 persone si affollano per farle le condoglianze, diciamo non solo quelle :
mettiamo la parola – condoglianze – a minimo comune multiplo e sentiamo cosa si dice ( stai registrando?)
-oh, cara appena ho saputo sono venuta ( abitava a Milano, o forse non e’ questo ?…boh)
-So quanto ti mancherà, io non sono sposata !!!
-vedrai al mattino quando ti svegli e il letto è vuoto ( ma va affanculo !!)
– io ti dico che tante volte incontrerai persone che gli assomigliano….ma io che debbo fare ( chiede la vedova)….chiamali tutti per nome, se qualcuno riponde è lui, allora……o no ! boh.
-Coraggio cara, io ho ancora mio marito, ma a volte mi chiedo se fosse meglio che morisse così avrei più tempo per abituarmi all’idea….
-Volevo venirlo a trovare un mese fa, ma poi ho saputo che era in coma, mi son detta- tanto vale aspettare.
– hai gli occhi arrossati, come mai ?
– la vita è fatta così, un giorno si vive e un giorno si muore (questa signora aveva due figli, uno era ginecologo e l’altro aveva un’impresa di pompe funebri.)
-non c’è bisogno che ti dica quello che sento, il dolore mi ha…( in quel mentre suona il suo telefonino )
– tu devi avere molto coraggio e ricordati di chiamarmi se hai bisogno; il mercoledì dalle 18 alle 18,30 il mio telefono è sempre acceso.
-io sono vedova come te, e i primi mesi sono stati terribili, non c’era niente nel frigorifero, vestiti da stirare, la casa sottosopra, gonfiare le gomme della bicicletta, avvertire il comune di scrivere –signora- sulle buste e non –vedova-….e soprattutto decidere se la foto della suocera nel salone andava distrutta o no!! insomma una pena.
Alla fine di tutto questo la …vedova , con gli occhi sbarrati, si recò a parlare con una signora somigliantissima, era la sorella gemella,LA VERA VEDOVA , che non aveva potuto farsi avanti stante la moltitudine di persone che aveva assalito la non vedova, lei spiegò il fatto e tutto ricominciò da capo, stavolta con la vedova giusta… qualcuno aggiunse la frase- era meglio che fosse successo a tua sorella- così potevo andare a casa a preparare la cena per mio marito, adesso chi lo sente !!!)