Occhio alla penna.
E’ chiaro che anche io , qualche volta, ho fatto un viaggio…..in aereo.
Ma il viaggio vero e proprio , in fondo, è abbastanza semplice.
Tu sali sulla scaletta, passi dietro i reattori dell’aereo, che quasi sempre sono accesi, stringi la mano alla hostess che , in genere adopera una salviettina detergente per pulirsi la sua mano sporca dei gas di scarico del reattore, entri nella carlinga dove puoi prendere un tagliandino che ti dà la possibilità di farti la doccia e cambiarti l’abito che indossi, oramai nero e impestato ; poi ti metti seduto, guardi dal finestrino, vedi lo scarica bagagli che tira le valigie ad un collega che le ripone dentro l’aereo, tiri giù il filo che pende da sopra la tua testa, ti casca addosso un giubbotto salvagente e uno antiproiettile, non si sa mai, una cuffia facciale che ti serve per respirare, il libro delle preghiere, la foto dei tuoi figli, un facsimile dell’atto notarile dove puoi scrivere le tue ultime volontà e poi arriva la hostess che ti dice , con i gesti, cosa devi fare in caso che l’aereo precipiti.
Le braccia arrotondate sul petto significa che devi proteggerti il bancomat, le mani sugli occhi significa che non sempre accanto a te c’è un bella signora, l’hostess che si alza la gonna significa che lei non è neanche fidanzata, e l’inchino finale significa che lei gradisce la mancia quando ti porterà un piatto di sushi e basta.
Come vi avevo detto non c’è niente di strano.
Ma il problema si crea al momento che devi presentarti
Al chek in !!!!!!!!!!
Si fa la fila, tutti passano tranquillamente dentro il metal detector, poi si va alla……cassa. Quando è toccato a me il funzionario ha detto..lasciapassare ?
Io mi sono guardato dietro e ho visto due ragazzi …ventenni.., ma forse volevano farmi un complimento; io ero molto più anziano e in genere gli anziani si lasciano passare…comunque mi sono staccato dalla fila e ho lasciato passare quelli dietro…boh!
Poi dopo un po’ è ritoccato a me e il funzionario mi ha sorriso e mi ha detto: lei ha nostalgia del suo paese e non vuol partire! La capisco.
Lasciapassare ?
Un’altra volta ? Ma perché? In fondo il funzionario alla cassa mi sembrava simpatico, forse dietro di me c’era qualche sua parente?
Mi giro e vedo un omone di pelle nera, 120 kg. e 1,80 metri di altezza, non vi dico la muscolatura, sembrava Rocki Stallone, in versione cinemascope.
Mi tolgo subito dalla fila, ci mancherebbe che mi prendesse per un braccio e mi sbattesse fuori.
Questa volta dissi grazie al funzionario alla cassa che non voleva che mi succedesse niente di grave. Era in gamba.
Mi rimisi in fondo alla fila, davanti a me erano rimaste solo due persone, un maschio tedesco e una signora di Benevento.
Il funzionario sorrise al tedesco, perché sul suo documento poteva leggere : professione- commerciante di rottami di ferro-
Debbo dire che mi era venuto un piccolo brivido sulla schiena, visto mai che il tedesco avesse saputo prima come andava a finire …il volo ? Mah!
Poi si presenta la signora di Benevento, il funzionario alla cassa le sorride, legge il suo documento e le dice: cara signora quando scenderà dall’aereo si stringa il soprabito addosso, in quella città di arrivo ci sono spesso temporali e vento a 100 all’ora….leggo che lei non c’è abituata!
Poi tocca a me.
Lasc…///…..
Il funzionario proferì soltanto questo mozzicone di parola, ma poi mi disse : mi dia pure quello che ha nelle mani, ci penso io .
Gli diedi, mezzo panino smuccicato, la settimana enigmistica , una penna, la macchina fotografica, la corona di fiori da mettere attorno al collo che in genere ti danno all’arrivo, ma questa volta ce l’avevano data prima e un libretto ( il lasciapassare ).
Il funzionario mise un timbro, si tenne tutto il resto e io potei salire sull’aereo.
………….Era quello giusto ? Boh, ma a me non me fregava niente, dopo la lunga fila che avevo fatto……ero stanco morto.
In fondo i passeggeri dell’aereo avevano capito che io ero un tipo molto educato e molto disponibile.
Bastava chiedermelo e io li lasciavo passare!!
Che c’è di strano?