L’atrio dell’ospedale

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Per me è uno di quei luoghi dove si può risvegliare la carità verso il prossimo sofferente, dove ci  si può compiacere di uno stato italiano che concede assistenza ai malati, gratis, ribadisco gratis; dove si incontra un’umanità estremamente interessante e dove si possono cogliere spunti per godersi, e scriverli, episodi di vita quotidiana che ci aiutano a alleviare le nostre preoccupazioni ………………………….. con un certo sorriso !!!

Mi riferisco ad un episodio che ho osservato l’altro giorno.

Me ne stavo davanti all’ingresso dell’ospedale ed ecco che si avvicinano  il marito, tipo un po’ grugnoso, circa 53 anni di età, passo svelto, diretto, verso l’istituzione pubblica ( ospedale ) , dietro di lui, la moglie, aspetto sottomesso, capelli fatti da poco, un vestito moderatore delle eventuali pinguedini  e  un passo zoppicante ,sembrava per un danno al ginocchio destro.

Avevano dovuto parcheggiare l’auto a circa 8oo metri dall’ingresso, percorrere un buon tratto in salita, fermarsi all’improvviso davanti ad un autobus in marcia e poi, stanchi e sudati arrivare a 10 metri dall’ingresso.

C’era la porta a vetri con apertura automatica.

Il marito, che durante il tratto di corsa campestre aveva duramente ripreso la moglie che non andava particolarmente veloce, ma zoppicava in modo preoccupante, le si rivolge e dice:

Sbrigati che altrimenti troviamo la porta chiusa.

Nel frattempo altra gente entra nell’atrio e la porta si richiude e loro due si fermano delusi, il marito ovviamente apostrofa la moglie……..vedi, per colpa tua non possiamo più entrare…sempre colpa tua..

Arriva altra gente e davanti all’atrio la porta automaticamente si apre, lui se ne accorge e dice alla moglie….corri…corri…corri, ma stavano distanti circa 8 metri non fanno in tempo e la porta si richiude.

…..un pensiero……forse dovevamo farci fare l’impegnativa dal nostro dottore ???  Ma cosa doveva scriverci….possibilità di entrata libera, ma accompagnati ?

Lui pensa, forse c’è un’altra entrata, proviamo a chiedere.

In quel mentre passa , davanti alla panchina dove era seduta la nostra coppia oramai stremata, stanca e il ginocchio della moglie talmente gonfio che da seduta  sembrava incinta al settimo mese,

passa un giovane infermiere, sapete ?… di quei ragazzi simpatici, allegri, quasi un birbone e il marito gli chiede se c’era  un’altra entrata, perché quella principale spesso era chiusa !….

Il giovane si ferma…li guarda..li scruta….poi risponde:

girate a sinistra, 50 metri sempre diritti, poi a destra, lì c’è un’altra entrata.

La moglie, sempre più dolorante, chiede :

mi faranno passare questo dolore al ginocchio ?

il giovane infermiere rispose:

Signora, in quella entrata c’è il reparto che fa passare tutti i dolori, mi creda !!!

Il marito ringrazia poi si avvia con il solito passo da corsa campestre e la moglie, dietro, arrancando, sollevata dal lieto annuncio che il giovane infermiere le aveva fatto .

Dopo qualche minuto arrivano, entrano facilmente, vedono alcune  stanze piene di persone,  silenziose, qualcuno piangeva, altri parlavano tra di loro dicendo….era una brava persona, sapeva il fatto suo, conosceva molto bene il suo mestiere, peccato…così giovane !!

La moglie ascolta e contenta riflette:

non mi importa se è giovane, l’importante e che conosca bene il suo mestiere e sappia il fatto suo e che sia una persona onesta…il resto non conta, a me basta che mi guarisca questo benedetto ginocchio, che mi fa un male…….bestia.

Ancora qualche passo all’ interno del reparto poi appare la targhetta sulla porta che pensavano fosse quella delle visite.

C’era scritto : Obitorio.

 

 

 

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