Come succede sempre , quando si va ad un appuntamento, il ritardo è d’obbligo , la precisione è una possibilità, arrivare in anticipo è una utopia.
Così successe quel giorno che dovevamo andare alla stazione del treno ad attendere una parente che veniva dal nord.
Eravamo: io, avevo 10 anni, mia madre, mia zia, un amico di famiglia che sapeva distinguere i treni che venivano dal sud da quelli che venivano dal nord e buby, un cane bastardo piccolo e saputello.
C’era un discreto vento che ci spettinava, malgrado avessimo la lacca sui capelli, un odore di carbone bruciato , il capostazione che si stava preparando ad accogliere il treno che veniva dal nord, un barista che era uscito sul marciapiede con un cestino pieno di panini , un barbone di tarda età che ci tendeva la mano e un’infermiera di chissà dove che aveva lo sguardo altezzoso.
Qualcuno chiese al capostazione…quando arriva il treno ?….Lui guarda l’orologio e dice…a breve..
Mia madre comincia a raccontare del viaggio di nozze, il viaggio in treno a Roma e le due ore di ritardo necessarie per far salire tutti, anche quelli che erano arrivati in ritardo !!!
Mia zia mi diceva…mettiti a posto i capelli….rassettati il cappotto…guarda che hai le scarpe slacciate…..domani andiamo a comperarci un paio di calzini nuovi.
L’amico di famiglia, che aveva fatto il militare a Perugia, raccontava, a voce alta, i suoi viaggi…..
Aveva visitato la Perugina…1- 2- 3-4- volte…..poi l’aveva sposata……
Il cameriere era rientrato nel bar per rimpinguare il cestino di panini, ne aveva mangiatI già tre….il barbone si era inclinato sul fianco destro perché la tasca si era riempita di monetine…… e il capostazione ?
Stava guardando l’orologio e lo sentiva con l’orecchio,……si era fermato e mentre lo stava rimettendo ad orario facendosi aiutare da un signore….passa il treno senza fermarsi……
Aveva la paletta dello stop sotto il braccio perché era occupato a rimettere l’orologio…