A scuola stavo sempre all’ultimo banco, così l’insegnante non mi vedeva e si dimenticava di interrogarmi.
Appena nato mi sistemarono nella nursery dell’ospedale, ma io chiesi all’infermiera, con i gesti ovviamente, data la tenera età……..di spostarmi dietro la tenda della rianimazione così non avrei dovuto inquinarmi con l’alito dei vecchi parenti che erano sempre chinati a soffocare con le loro leziose moine i neonati durante l’orario delle visite,…. quanto è bello,…. guarda le manine, assomiglia tutto o in parte a……….( rischio di sospetti da parte del padre ),..ti guarda con quegli occhiucci…che caro, sembra che voglia dire…………..( scrivete voi la frase, tanto le conoscete quasi tutte ),.. e così via.
A 2 anni mi portavano in carrozzina al centro del paese e io mi mettevo a piangere per indicare, al mio accompagnatore, che dovevo fare pipì, così ce ne andavamo ai bagni della stazione ferroviaria……………….non c’era mai nessuno, capirete che l’igiene, non era certo da standing ovation.
A 13 anni festeggiammo il mio primo compleanno ( c’era già la crisi, tanto per cambiare) e il pranzo si svolse in una cantina riaperta per l’occasione. Eravamo pochissimi perché il comune ci aveva dato la diffida a festeggiare lì dentro….!!
Finalmente a 21 anni andai sotto le armi ( così si dice da noi ), fu meraviglioso.
Nelle adunate stavo sempre accovacciato, alla mensa mi accordavo con il mio amico cuoco che mi passava dalla finestra della cucina un piatto di bovino morto di malattia e io lo scambiavo con il figlio del generale, mio amico , un po’ scemo, che mi dava dei coupons del supermercato.
Quando mi sposai, come succede nei funerali, attaccai un cartello all’ingresso della sala ristorante: non regali, ma opere di pene……..o bene…non mi ricordo!!